sabato 21 luglio 2007

Zanotelli scrive a Prodi


Vi propongo un editoriale di p. Alex Zanotelli che apre il numero di maggio di "Mosaico di Pace", il mensile di Pax Christi. Una sorta di lettera aperta indirizzata al presidente del consiglio Romano Prodi, circa le tematiche del disarmo e della nonviolenza così care al religioso comboniano.
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Al Presidente del Consiglio del Ministri
On. Romano Prodi

Egregio Presidente del Consiglio,
Pax et Bonum. Le auguro di cuore che questa antica benedizione francescana che raccoglie quel­la ebraica dello Shalom (pienezza di vita) diventi il Suo programma di governo. Io avevo tan­to sperato che il suo governo avrebbe riportato l'Italia ad essere Paese non piu in guerra con altri Paesi, come prevede la Costituzione italiana (art. 11). Purtroppo non a stato così. Ne prendo atto con rammarico. Devo confessarle che non me lo aspettavo. Non mi aspettavo la decisione di rimanere in Afghanistan. Una guerra ingiusta contro un popolo che non ci aveva fatto proprio nulla. Ma soprattutto non mi aspettavo una politica che mira a rendere l'Italia un Paese arma­to e a immetterlo nel complesso militare-industriale mondiale. I fatti sono sotto gli occhi di tutti:
- II suo invito, durante la sua visita in Cina lo scorso settembre, di porre fine all'embargo euro­peo e italiano per la vendita di armi al colosso cinese a stato per tanti di noi un primo colpo al cuore.
- La finanziaria di quest'anno ha stanziato 22 miliardi di euro per la difesa. Un aumento del 12% rispetto all'ultima finanziaria del governo Berlusconi. Siamo al settimo posto al mondo per le spese militari.
- Nella finanziaria di quest'anno l'articolo 113 istituisce "un fondo per le esigenze di investi­mento della difesa" cioe per la ricerca militare. Si tratta per i prossimi tre anni di qualcosa come quattro miliardi e mezzo di euro. E un fatto di estrema gravita.
- Il sottosegretario alla Difesa, Forcieri, ha firmato a Washington lo scorso febbraio il pro­tocollo di intesa su produzione e sviluppo del caccia F-35 (Joint Strike Fighter). Se ne costrui­ranno oltre 4.500 esemplari al prezzo di 45 milioni di euro cadauno. Per questo progetto l'Ita­lia dovra stanziare subito un miliardo di euro.
- La decisione di ampliare la base americana di Vicenza (aeroporto Dal Molin) presa dal suo governo contro la forte opposizione della popolazione vicentina è molto grave.
- Il rafforzamento delle basi militari americane e Nato, soprattutto nel Sud Italia, crea la nuo­va frontiera della guerra al terrorismo. La base di Sigonella (Sicilia) è in procinto di essere tri­plicata, mentre Napoli diventa la nuova sede del Supremo Comando navale americano di pron­to intervento che giocherà tramite il "Comando dell'Africa" (Afri-Com) un ruolo notevole per il controllo americano del continente nero.
- La firma, lo scorso febbraio, di un memorandum di accordo quadro per fare entrare il nostro Paese sotto l'ombrello dello "Scudo" antimissile. Un accordo negato all'inizio dal suo gover­no e in un secondo tempo, ammesso. Così Italia e Polonia sono dentro il programma dello scudo antimissile mentre Grecia e Turchia non lo hanno accettato. Questo spacca ulteriormen­te l'Unione Europea e fa infuriare la Russia che grida alla "minaccia".
- Secondo il rapporto del suo governo presentato in Parlamento lo scorso marzo, l'Italia ha venduto armi per un valore di oltre 2,19 miliardi di euro con un aumento di vendite del 61 % rispetto all'anno precedente. Grossi affari per le banche armate ma soprattutto per il suo gover­no che è il maggior azionista delle fabbriche di armi italiane. Da tutto ciò mi sembra ovvio affer­mare che il suo governo sta marciando a piena velocità verso una militarizzazione del territorio e verso l'inclusione dell'Italia nel complesso militare-industriale mondiale. Che questo avven­ga proprio sotto un "governo amico" coperto da una "stampa amica" proprio non riesco ad accet­tarlo.
Più grave ancora è che, mentre troviamo i soldi per le armi, non li troviamo per la solida­rietà internazionale (siamo fanalino di coda nella lista OCSE per l'aiuto ai Paesi impoveriti). E non troviamo neanche 280 milioni di euro per pagare il "Fondo globale" per la lotta all'Aids, come era stato promesso ai vertici G8.
Presidente, che delusione! Soprattutto che tradimento dei poveri! Le auguro che l'urlo degli impoveriti che per 12 anni ho ascoltato nel mio corpo nella baraccopoli di Korogocho giunga al suo orecchio e l'aiuti a cambiare rotta.
Sono solo un povero missionario comboniano.

P. Alex Zanotelli
Napoli, 27 aprile 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come dargli torto?
Paola