sabato 10 maggio 2014

Lunga vita alla bellezza




Stasera ArcoBanda è al debutto. Cantori e musici arrivano alla spicciolata davanti al teatro. Qualcuno porta il proprio strumento, altri un plico leggero di fogli con note e parole. Tutti con il proprio fagottino di emozioni. La serata ormai tiepida è di quelle speciali per questo corpo musicale speciale e variopinto, dalle sfumature le più diverse e imprevedibili. Lo muove il desiderio di fare insieme qualcosa di bello attraverso la musica.
La musica è arte antica come il mondo. L’elemento sonoro ha radici profonde nel cuore umano e gli appartiene molto più e molto prima delle specifiche e personali competenze tecniche. Dal pulsare binario del cuore di nostra madre apprendemmo che la vita scorre; e sonorità acquatili ci offrirono per la prima volta l’intuizione di un universo misterioso e sconosciuto fuori da noi stessi e dallo spazio amniotico che ci accoglieva.
In virtù di queste esperienze primigenie, possiamo ben dire che la musica è di tutti e per tutti. E ci indica la via: non negare le differenze, ma svelarne il senso all’interno di un contrappunto mirabile. Non temere la diversità, ma considerarla espressione di una incontenibile polifonia. E sempre scavare, con mitezza e determinazione, per portare alla luce l’essenzialità dell’umano che è nelle profondità di ogni uomo e di ogni donna.
Fare con la musica qualcosa di bello. Che la verità è nella bellezza e la bellezza è verità. Senza scomodare Dostoevskji, l’esperienza del suo potere salvifico è accessibile a chi la ricerchi. La bellezza arriva sempre a destinazione, non lascia mai come si era prima. Non parlo di una bellezza puramente estetica o di una qualche sua manifestazione artisticamente apprezzabile: parlo della bellezza che fa ardere i cuori, che smuove le viscere, talora fino alle lacrime, e ci fa capaci di scorgere una realtà che trascende le apparenze, e rivela luce laddove pareva non essercene affatto.
Succede così, in musicoterapia, che il bello – un po’ come per l’essenziale di Exupéry – sia spesso invisibile agli occhi. Perché bello è il gesto inatteso del battente sul tamburo, la scintilla di soddisfazione che accende lo sguardo, il vortice di gaudio che per un momento consuma nel canto una pena.
Ormai ArcoBanda ha esordito. Cantori e musici tornano con un sorriso alle loro case. La bellezza stasera è passata di qua, viva, pulsante, declinata nei bei nomi di attenzione, emozione, tenerezza, godimento…
Lunga vita ad ArcoBanda!

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1 commento:

Francesca ha detto...


Parole spontanee e scelte con cura per rappresentare un evento unico, emozionante, intenso. Grazie!