domenica 9 gennaio 2011

Non lasciamoci imporre di nuovo il giogo

"Oggi sono arrivato a pensare che quell’estasi per la libertà dello spirito, ognuno di noi potrebbe riviverla, con la stessa emozione, fermandosi a contemplare, sorpreso e affascinato, le tracce del più nomade tra i nomadi della storia, Gesù di Nazaret: da dove veniva e dove andava? Tracce incise non su rocce di basalto, ma su frammenti vivi. Sfogli le pagine e resti sorpreso dalla sua libertà, sorpreso e affascinato per come reagisce davanti a ogni tentativo di imprigionamento. Da chiunque gli venga, fossero pure suo padre e sua madre, o i suoi, che cercano di “riportarlo a casa”, di ricondurlo a più miti consigli.
Là dove si esige un’adorazione acritica della legge, lui scompiglia la fissità senz’anima dei codici: guarisce di sabato, tocca i lebbrosi, mangia con gente di dubbia reputazione, ha al suo seguito delle donne, si lascia profumare e ungere dalle loro mani, promette memoria futura a una peccatrice, trova la fede nei pagani, demitizza il luogo in cui adorare, un monte o un altro, canonizza un ladro sulla croce.
Gli interessa Dio, un Dio che libera, gli interessa l’uomo, l’uomo e la sua libertà.
La sua era una religiosità diversa, libera, sciolta, in movimento. La sua è la religiosità del figlio, non dello schiavo. La religiosità dello schiavo è una religiosità paralizzante: ferma la vita, la chiude. È la religiosità della paura che fa di noi degli osservanti senza amore, senza invenzione, senza intensità, simili all’uomo della parabola che va e nasconde “per paura” il suo talento, a differenza degli altri due che inventano ogni giorno strade per moltiplicarli.
Gesù ha lottato, instancabile, per la libertà, la libertà da una religiosità da schiavi. E fu motivo, uno dei motivi determinanti, per decidere di toglierlo di mezzo. Non gli perdonavano la sua libertà. Non gli perdonavano la sua libertà. Leggi il vangelo, respiri a pieni polmoni la libertà. Che ha un segreto: il segreto è quel pezzo di Dio che è in te, che i veri maestri dello spirito ti invitano a scoprire e a adorare. Se sei fedele a questo pezzo di Dio, sei libero dalla schiavitù degli altri e delle cose, dalle convezioni abusate, dai codici senz’anima, dalle aspettative degli altri, dalle immagini che gli altri hanno di te.
Per te contano gli occhi del tuo Signore, conta un piccolo pezzo di lui in te.
Dovrò riprendere in mano il vangelo, osservare più da vicino Gesù, il mio Signore, un uomo libero. E fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1)".

Don Angelo Casati
Non lasciatevi imporre di nuovo il giogo (in Qol 131/132, pp. 14-15).

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