Eppure la terra è loro. “La erediteranno” dice il vangelo delle beatitudini. In verità la terra già gli appartiene: perché quella che essi rappresentano nella loro inerme umanità, quella che essi testimoniano come possibile con il loro cuore povero e mite, è l’unica terra vivibile per un essere umano, è la sola terra abitata da esseri umani.
D'altro canto, una genia aliena, costantemente dedita alla bella mostra dei propri muscoli osceni, incapace di sentire compassione per un bambino abbandonato, inconsapevole della propria appartenenza a una comune sorte mortale, si illude di possedere e di allargare a dismisura il proprio possesso in ogni direzione: in realtà non possiede la terra e non la possederà mai, avendo perduto il proprio cuore.
La terra invece è data ad un bambino, un bambino solo e impaurito, che ascolta un canto lontano nella notte haitiana. E che lo rimanda, come spargendo semenza buona, perché una nuova fioritura di umanità si renda possibile.
Qui ed ora, contro ogni illusoria apparenza, la terra è dei bambini crocefissi, è del loro cuore che batte per una tristezza che non sanno dire e per tutta la speranza che lo sostiene. È loro, inequivocabilmente loro, poiché essi attendono di popolarla con la pienezza del proprio essere, con la limpidezza dei loro sguardi, amandola sin d'ora con tutte le proprie forze.
Fonte del video: http://www.benandkatieinhaiti.com/
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