venerdì 4 dicembre 2009

La forza della vita


















In tutte le situazioni di violenza, forse anche in quelle più estreme, incredibilmente sopravvive un nucleo irriducibile di umanità. Così, nell’agosto del ’41, in un luogo di afflizione come lo fu il campo di Auschwitz, un frate francescano, che di nome faceva Massimiliano, si offrì eroicamente al bunker della fame al posto di un padre di famiglia che, grazie a quel gesto, poté infine riabbracciare i suoi figli.

L’accostamento sembrerà fuori luogo, ma è di ieri l’altro la notizia di un asilo nido a Pistoia, dove le “educatrici” sono state arrestate per via dei metodi non propriamente pedagogici con cui trattavano i piccoli loro affidati. Un video della polizia, girato in incognito, inchioda le interessate alle loro responsabilità. In un passaggio del triste filmato si vede la direttrice della scuola intenta ad imboccare con foga, tanto rabbiosa quanto incomprensibile, una bimbetta di pochi mesi seduta in un seggiolone. Strattoni, scappellotti e tirate di capelli riempiono la scena. Tutt’attorno, la desolazione di coetanei seduti a terra, muti ed atterriti.

Ma come spesso succede, nel buio pesto scocca una scintilla, che è una vera epifania di luce: dal gruppetto degli intimiditi, mentre ancora la balorda nutrice sbuffa e si affanna, un bimbo di tre o forse quattro anni si alza e con decisione si avvicina alla malcapitata amichetta. Le prende una mano e l’accarezza, nel tentativo di consolarne il pianto.
È l’umano che si fa presente persino laddove la malattia o la cattiveria (o tutt’e due le cose assieme) paiono regnare incontrastate. È “la forza della vita” – come cantava una canzone di qualche anno fa – che istintivamente lancia ponti perché la vita stessa passi oltre. È il senso innato di appartenenza ad una sorte comune a dare inizio al disgelo dell’angoscia.

Dentro di noi e attorno a noi l’esistenza sparge a tutte le ore della notte questo genere di semenza. La riconosciamo per la sua capacità di allargare il cuore anziché chiuderlo. Ha la forma di una mano tesa, di un sorriso sincero, di una parola venuta per consolare. Profuma di bellezza. Ci rimette ogni volta in cammino. Per essa il mondo sussiste. Si chiama speranza.


***

Nessun commento: