venerdì 20 marzo 2009

1434

















Almeno 960 delle 1434 persone morte nelle tre settimane (dal 27 dicembre al 18 gennaio) durante le quali l’esercito israeliano ha condotto una vasta offensiva militare –passata alla cronaca col nome in codice di 'piombo fuso’ – sulla Striscia di Gaza erano civili disarmati.

Lo sostiene il Centro palestinese per i diritti umani (Pchr) in un nuovo rapporto diffuso oggi, in cui si precisa che tra gli oltre 900 civili uccisi si contano 288 bambini e 121 donne.

Il Pchr, che ha stilato il rapporto sulla base di indagini e un meticoloso computo funebre realizzato negli obitori e nei reparti di tutti gli ospedali del territorio, precisa che oltre ai civili uccisi figurano nella macabra lista 239 ufficiali di polizia, morti per la gran parte nel primo giorno dei bombardamenti, e 235 "combattenti".

A questi vanno aggiunti un totale di 5303 feriti, tra cui 1606 bambini e 828 donne.

Il bilancio "spropositato" di vittime civili, e "il modo con cui Israele ha condotto gli attacchi", sottolinea l’organizzazione, costituiscono di per sé "prove dei crimini di guerra e contro l’umanità commessi da Israele" e prove della violazione "del principio di distinzione, che obbliga le parti coinvolte in un conflitto a distinguere tra combattenti e non-combattenti".

In conclusione, l’organizzazione chiede alla comunità internazionale "di iniziare un’indagine sui crimini commessi da Israele contro i civili di Gaza" e mettere fine "all’impunità, come previsto dalle convenzioni e dal diritto internazionale".


http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=25129&PHPSESSID=af880a7b7e9a691ad5041ca09f5c2469

1 commento:

Eliolibre ha detto...

Caro Giorgio, ho i miei dubbi che la comunità internazionale, sempre appiattita ugli interessi dell'imperialismo, faccia qualcosa di positivo. Magari si cominciasse a giudicare i criminali aggressori invece delle vittime, come si è fatto fino a ora e temo che si contnuerà a fare.