martedì 30 dicembre 2008

Cattocomunista!
















Il cardinale Dionigi Tettamanzi dovrebbe "pensare alle anime", auspicava giorni fa il ministro La Russa, con quella vocina alla Bracciodiferro e quella faccina che pare ritagliata dal gagliardetto dell A.C. Milan.
E invece la guida spirituale della arcidiocesi ambrosiana che cosa tira in ballo per Natale? Un fondo di un milione di euro per far fronte ai bisogni delle persone e delle famiglie che più di tutte sentiranno i morsi della crisi economica. Proprio impenitente 'sto prelato! Prima gli islamici e ora anche i poveracci! Ma non c'era un altro vescovo bello inamidato, che non rompesse troppo i maroni con le sue idee sovversive, buono per le foto di rito e il baciamano del potente di turno? Meno male che fra pochi mesi se ne andrà in pensione lui pure come il suo predecessore. Allora Roma chieda lumi a Cossiga su chi inviare alla guida della diocesi più grande del mondo.

Bello il passaggio finale di Gad Lerner, da Repubblica dell'altro ieri.

God bless Tettamanzi! Lunga vita al Cardinale!
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Il cardinale Tettamanzi probabilmente non ha fatto di questi calcoli, ma il suo Fondo famiglia-lavoro si presenta come obiezione efficace a chi elude questa necessità: bisogna trovare al più presto risorse da distribuire tra i non garantiti, dentro a un mondo del lavoro contrassegnato da divisioni senza precedenti che rischiano di oscurare qualsiasi nozione di solidarietà.
Pochi giorni prima del Natale, visitando la Casa della Carità, il sindaco Letizia Moratti se l’era cavata raccomandando ai milanesi di versare al centro d’accoglienza di don Virginio Colmegna il loro 5 per mille. La politica è concentrata sul business, come al solito, nella speranza già rivelatasi illusoria che la Milano dei danée possa sfuggire all’abbraccio disperato della Milano dei poveri.
Tettamanzi, invece, da arcivescovo ci mette di fronte a una visione pratica della religiosità. Dice ai testimoni del Vangelo che bisogna agire nei prossimi mesi in difesa di chi perderà il lavoro, perché immagina una religione viva dentro il tessuto sociale e le sue sofferenze. E’ la stessa motivazione –la religione viva- con cui auspica moschee dignitose e adeguate per i concittadini milanesi di fede islamica, a costo di subire l’attacco di chi usa il cristianesimo come un’armatura. Vedremo se tacceranno di “catto-comunismo” anche la sua richiesta di cambiare stile di vita e di mettere mano al portafogli.



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