domenica 10 agosto 2008

Vaffanculo alle olimpiadi!















"Pechino incanta". Questo il titolo di un tg delle ultime ore, nemmeno uno dei peggiori, a commento della cerimonia di apertura dei giochi olimpici cinesi. Intanto in un'altra parte del pianeta scoppia (o si riaccende) l'ennesimo conflitto armato con oltre un migliaio di morti in un giorno, per la maggior parte civili, come ormai avviene in tutte le guerre dimenticate del mondo.
Nell'antichità i giochi olimpici segnavano un tempo di pace, quando venivano riposte le armi delle guerre in corso e nessuno pensava di accenderne di nuove. Questo è il senso del cosiddetto "spirito olimpico" di cui oggi non resta traccia alcuna. Oggi infatti succede che nel giorno stesso della inaugurazione scoppi una guerra: perchè dunque non operare una sorta di inversione dell'antica idea olimpica, ossia - in presenza di guerra - interrompere i giochi?
Ma lo sappiamo, il circo dello show mondiale must go on, le olimpiadi andranno avanti e "ci incanteranno". Precisamente potranno andare avanti perchè noi tutti siamo incantati, anestetizzati, rincoglioniti.
Da parte mia non ne guarderò nemmeno uno spezzone. Non me ne frega niente delle medaglie, dei record, degli inni strappalacrime, delle bandiere e di quant'altro. L'idea che lo sport sia quella sorta di zona franca nella quale si celebri quanto di meglio l'umanità sappia esprimere è qualche cosa che mi lascia da sempre seri dubbi. Lo sport maestro di vita, lo sport che allontana i giovani dalle droghe, culla di valori assoluti e via di questo passo. Alla resa dei conti tutte balle, belle balle! E' la coscienza formata attraverso l'educazione e la cultura che salva i giovani e non solo; che salva il pianeta dalla catastrofe. Uno sportivo che guardi le olimpiadi e non sa nemmeno dove trovare l'Ossezia o la Cecenia o il Darfur sul mappamondo sinceramente non so di quali valori stia parlando e mi fa persino un po' pena.

Il problema, come detto, è culturale. Non semplicemente di informazione si tratta, ma di formazione personale, di voler far crescere dentro di sè una qualche forma di partecipazione, fosse anche soltanto morale, alla sofferenza altrui. Per far questo occorre la fatica di conoscere. Allora nascono uomini, lì uno può dire di appartenere al genere umano. Che cosa siamo sennò? Se non studiamo, approfondiamo, cerchiamo; se non ci appassioniamo, preghiamo, lottiamo, alziamo il capo e denunciamo, che cosa siamo? Consumatori di spettacoli in mondovisione con il sacchetto dei pop-corn in mano.

Credo che se ci sparassero addosso, se sparassero sui nostri bambini, sui nostri vecchi, sui nostri amici; se incendiassero i nostri paesi, le nostre case, come avviene alla gente dei filmati che rilancio, ci scapperebbe la voglia di sederci in poltrona a guardare giovanottoni ipernutriti che fanno il bagno fra due ali di folla o si rincorrono in mutande.

Io comunque mi tiro fuori. Finché ci siano eserciti che piombano in strada ed ammazzano gente inerme in nome di interessi che sono sempre gli stessi e sempre a favore dei soliti noti, tutto il resto si deve fermare.
E allora, visto che niente o quasi si ferma, me lo voglio concedere, una volta tanto, perché rende bene il senso e la rabbia: con tutto il cuore, vaffanculo alle olimpiadi!




1 commento:

Anonimo ha detto...

Alla fine, dopo innumerevoi anni di vita, sono riuscito a capire che l'Uomo non è quel meraviglioso essere destinato a soggiogare il Mondo ma solo una ruota tra le ruote, una delle infinite forme cauali che l'Universo crea e distrugge a piacimento. L'Uomo, differentemente dalle molte altre parti conosciute dell'Universo, ha la capacità di comprendere che questo è un meccanismo e per accettare ciò, necessita dell'illusione di porsi al centro di questo, a tal punto di creare un essere superiore che ne giudichi imparzialmente il comportamento morale.
Così, un soldato che ubbidiendo ad un ordine, uccide un suo simile è un eroe ma un cittadino che uccide un suo simile per propria scelta è un assassino. Non trovando risposta a questo paradosso, ho smesso di giudicare, vivo la mia vita come ruota tra le ruote.
Ciao, vaffanculo alle Olimpiadi, alle Vittime e agli Eroi. Sopavvivi meglio che puoi.