giovedì 22 marzo 2012

E tu, sei vivo o sei morto?












Intossicati dall’inesauribile argomentare mediatico su spread, bot, ripresa, ripresina e ricaduta, rischiamo di lasciar passare sotto silenzio fatti gravissimi, un po’ perché distratti, un po’ perché disturbano. Come il pluriomicidio nella scuola ebraica di Tolosa. Bambini e un insegnante massacrati mentre entrano in classe. Un padre e i suoi figli. In un momento annientate relazioni, pensieri, sentimenti, progetti per il futuro. Tutto finisce nel buco nero di una mente folle, “avvelenata” da un’ideologia malata, nel contesto di una società allo stremo delle energie spirituali. Sul selciato, ancora una volta, resta il grido delle vittime, delle vittime di tutte le latitudini, a chiederci conto dello stato di salute del nostro personale spirito di umanità.

Rilancio un bell’intervento dell’amico torinese Enrico Peyretti. Parole come le sue pesano tonnellate nel vaniloquio quotidiano di cui si abbevera il mondo.

***

Tolosa: la vita è comune
Enrico Peyretti, 20 marzo 2012


Ho visto di nuovo che le razze non esistono. Ho visto il ragazzino ebreo, a Tolosa, con la kippà, che piange i bambini uccisi, appoggiato al petto di un uomo che, a capo chino, gli tiene delicatamente la faccia tra le mani. Un braccio di qualcun altro è posato sulla spalla del ragazzo. Si sente il suo pianto, il singhiozzo che lo scuote. Ha l'età millenaria del suo popolo. Ho visto in lui il popolo immenso delle vittime, da tutte le tribù della terra.
Ecco perché le razze non esistono: perché il pianto e il riso sono uguali in tutte le lingue e le culture; perché il dolore e la gioia, coi motivi più diversi, sono uguali in tutti i petti umani, e lo capiscono anche gli occhi di un cane che ci guarda. La vita è comune. Chi uccide lo fa perché è morto: qualche idea morta lo ha avvelenato. Dovremo riportarlo in vita, con tutta la necessaria fatica. Il "non uccidere" è il felice comandamento di vivere. E' uccidere anche fabbricare armi di distruzione e di dominio, perché la vita è unica, non è divisa in razze, né biologiche né spirituali.
Nessuna religione ha il monopolio della religione. Nessuna verità è tutta la verità. Nessun popolo, nessuna cultura è l'umanità, e non esiste primato né superiorità tra gli umani che cercano umanità. Le razze e le barriere culturali sono come un centimetro di statura, o il colore del vestito. Sotto, dentro il vestito c'è sempre un essere umano, aperto o chiuso agli umani.
Solo questa è la differenza, questa sì, questa è il problema. Ogni vittima ce lo grida di nuovo: sei umanità aperta o umanità chiusa? Sei armato o pacifico? Sei vivo o sei morto?

***

Nessun commento: