martedì 24 novembre 2009

Gli occhi dei bambini di via Rubattino
















A giudicare la storia e gli uomini che l'hanno percorsa, saranno gli occhi dei piccoli. Gli occhi scuri dei bambini di tre o quattro anni, quegli stessi che il 19 novembre hanno assistito allo sgombero (l'ennesimo) del campo nomadi di via Rubattino, a Milano. Gli occhi dei bambini aggrappati alle sottane delle madri, mentre il bulldozer si porta via le povere cose che servivano da riparo in questo autunno inoltrato e la sua furia inghiotte un pupazzetto sgualcito, un abecedario logoro, un quaderno vergato a fatica.
I bambini guardano, le madri piangono. Arriva persino la maestra, che prova a protestare, a dire che in questo modo si annullano i tentativi di riscatto per quei figli... I bambini ascoltano e un po' si vergognano di vedere quale misera fine abbiano fatto i loro poveri libri davanti alla loro maestra.

A giudicare questa presunta civiltà cristiana, ossessionata dalle comuni radici, questa cristianità senza vangelo, che si straccia le vesti per i crocifissi di gesso tolti dai muri della aule scolastiche, ma che tace, incurante, di fronte ai crocifissi in carne ed ossa... a giudicare saranno gli occhi dei bambini di via Rubattino. Quelli buttati la notte sotto il cavalcavia della tangenziale, dove non si può sognare, e persino da lì cacciati il giorno dopo.

I bambini di via Rubattino in verità non hanno bisogno di attendere la fine dei tempi: sin d'ora giudicano questo nostro mondo, ed il giudizio non lascia scampo. Neppure per le comunità cristiane infiacchite, vecchie, sempre più contorte su se stesse. Sulle chiese locali mute e persino conniventi con il pensiero violento imperante (quello stesso che promette sussidi alla scuola cattolica, che fa sconti sull'ICI degli immobili ecclesiastici...): nessuno scampo, nemmeno per queste comunità stordite dai propri incensi e dalle proprie ossessioni ideologiche, nessuna scusa... "Avevo fame, ero forestiero...". Questa è la sola parola che vale, in barba a tutta la indecorosa retorica di Decorato e compagnia circa il decoro di Milano e la sicurezza dei suoi cittadini e blablablà blablablà blablablà...

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