domenica 14 dicembre 2008

Perle ai porci

Ci sono parole in questa nostra italietta che vengono utilizzate come dei mantra: nessuno sa chi le abbia coniate, che cosa vogliano dire, ma vengono rilanciate ad ogni occasione, tanto per buttare un po' di fumo negli occhi di chi ascolta e darsi l'aria di saperla lunga.
Una di queste è "cattocomunista" con relativo corollario di aggettivi. Ad usarla come una sciabola sono i paladini del cosiddetto cattolicesimo tradizionalista, che della tradizione ecclesiale conoscoscono naturalmente ben poco e la confondono normalmente con la blusa a strisce degli svizzeri in Vaticano o con il ruminare latino delle liturgie, lingua nella quale per altro venivano immancabilmente rimandati a settembre già in prima media, a giudicare dal loro italiano.

Ad essere annoverato nella schiera dei cattivoni cattocomunisti è stato recentemente il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, in occasione del suo discorso alla città, tradizionale appuntamento di S. Ambrogio.

Alla Milano bene, impegnata nella passerella alla prima della Scala, non sono proprio andati giù i benevoli riferimenti che Tettamanzi ha fatto nei confronti dell'Islam. Il ministro La Russa e lo scudiero De Corato, da dietro i loro smoking acquistati per l'occasione, irridevano in diretta televisiva il poveretto: "Il Gardinale benzi alle annime, ghe alla bolidiga gi penziamo nnoi".

Stiamo freschi! Non riusciamo proprio ad immaginare che cosa La Russa pensi essere l'anima, mentre ci pare di capire piuttosto bene che cosa intenda per politica: la voce grossa coi più deboli e una indefessa piaggeria nei confronti dei più alti in grado. Soltanto così uno come lui ha potuto aspirare a dirigere un ministero della Repubblica.

Ecco il passaggio incriminato del discorso di Tettamanzi:

«In tante zone della Città, inoltre, mancano anche gli spazi fisici e le occasioni concrete per fermarsi a riflettere e a pregare. Abbiamo bisogno di luoghi di preghiera in tutti i quartieri della Città. Ne hanno un bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, in modo particolare all’Islam. Abbiamo bisogno anche di iniziative culturali che favoriscano la riflessione, non di provocazioni che suscitano esclusivamente dibattiti sterili e scalpore ma che non accrescono l’interiorità».

Chi mastica appena qualche cosa di vangelo, capisce subito che il tenore e il contenuto del discorso dell'Arcivescovo sono assolutamente in linea con i valori cristiani, quelli assolutamente non disponibili (altro mantra). Valori che insegnano scandalosamente ma realmente a cedere anche il mantello a un compagno di viaggio così esigente da richiederti la tunica; o fare con lui il doppio della strada che egli ti costringe a percorrere. Questo forse La Russa non lo ha mai letto nè ascoltato dai suoi cappellani militari, altrimenti non si stupirebbe di sentire un vescovo cattolico parlare a questa maniera.

Ma tant'è: ogni occasione è buona per mantenere alta la nevrosi sicuritaria, ad arte allestita dalla destra italiana al potere. Che ama la Chiesa soltanto quando non dice nulla di scomodo nei suoi confronti. Così, mentre la Moratti - in un impulso intimista - tenta di annacquare le parole del Cardinale («Sua eminenza non ha parlato di moschee in modo specifico. E' giusto che ci siano luoghi di culto per chi vuole esprimere la propria fede, ma vanno prima di tutto cercati dentro di noi»), così si esprime un altro bell'esemplare di questo governo circense, il ministro Calderoli:

"In un momento in cui la Chiesa di Roma è tornata alla sua missione di guida spirituale e di salvaguardia delle tradizioni, abbandonando il piccolo cortile degli intrighi della politica italiana, spiace vedere che il cardinale Tettamanzi si pone come uno degli ultimi baluardi del cattocomunismo".
"Il cardinale Tettamanzi non spende parole quando in Spagna si tolgono i crocifissi dalle scuole, ma si fa oggi paladino delle moschee. Non mi risulta che nelle sacre scritture ci siano riferimenti alla difesa dei diritti di chi considera le altre religioni un ostacolo da abbattere. E neppure che inviti ad accogliere presunti luoghi di religione che in realtà sono scuole di violenza. Noi diciamo sì ai luoghi di culto che siano controllati, ma diciamo no alle cattedrali del terrorismo".

Che dire?
Al Cardinale Arcivescovo vorrei offrire un suggerimento: è vero che il vangelo deve essere predicato dai tetti, in ogni occasione, opportuna e inopportuna. Ma occorre anche vigilare e non gettare le sue perle ai porci, affinchè non le calpestino con le loro zampe e con un gran sorriso ti si rivoltino poi contro per sbranarti. Soprattutto nel caso del terribile porcus irridens, di cui abbiamo una diapositiva.
Quella suina e gaudente è una razza imperante di questi tempi. Per essa ci vorrebbe davvero che avvenisse di nuovo un gran prodigio, come successe a Gerasa: basterà l'ennesima parolina incantata tipo "aumentare i consumi" o "uscite a fare shopping"; una bella sgroppata dell'intera mandria, con il capobranco in testa, giù giù per il burrone a picco sui marosi e... viva l'Italia!




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