venerdì 3 ottobre 2008

Porcile d'Italia


















Stiamo assistendo in questi giorni al montare di un'ondata xenofoba da far accapponare la pelle. Dopo i fattacci delle ultime settimane, che anche Musiké ha voluto ricordare, di ieri l'aggressione a Roma di un cittadino cinese da parte di un gruppetto di sei teppisti, tutti giovanissimi. L'altro giorno a Milano, in un mercato rionale, al grido di "Brutto negro di merda, tornatene al tuo paese" due venditori ambulanti nostrani hanno preso a mazzate, utilizzando una mazza da baseball, un senegalese colpevole di aver steso il suo lenzuolo con relativa povera mercanzia vicino alla loro bancarella di frutta e verdura.
Forse di fatti come questi ne sono sempre capitati senza che i giornali ne parlassero o forse no. Il problema è però che oggi giorno, con tutti i proclami sulla sicurezza e quant'altro, questi energumeni tutti ormoni e niente cervello, si sentono ampiamente autorizzati a fare quello che fanno. Se a Parma i vigili urbani spaccano la faccia a un ventiduenne nero che passa per strada, perchè non dovremmo poterlo fare anche noi?
Passate oggi in'edicola e date una sbirciatina alla prima pagina di Libero. Dell'aggressione di Roma, ritportata da tutti gli altri quotidiani, naturalmente nemmeno una parola. In compenso una solerte quanto faziosa "giornalista" intruppata nella frangia più xenofoba della casta, ci fa sapere che ammonta a quattro milioni di euro il costo per il mantenimento dei campi rom a Milano. Che sia vero o meno, il lettore medio di Feltri "rifletterà" a voce alta:"Porca miseria, quater million de euri per i zingher! E nun pàgum! Fora di ball zingher e negher!". E i figli e nipotini griffati di questi benpensati, esposti alla lebbra di simili argomentazioni fin dentro le mura di casa, che genere di idee dovrebbero maturare, che tipo di strumenti di relazione conosceranno se non la mazza da baseball impropriamente usata?
Ma non sentite le interviste ai politici? Sono di una rozzezza di pensiero da far spavento. Ma l'avete visto Gasparri che c'è dappertutto e parla sempre lui? Vince chi grida più forte, chi insulta più forte. E' la politica dell'insulto, delle urla, del parlarsi sopra nei talk tv dicendo sostanzialmente sempre le stesse violente banalità. E' la politica degli slogan vuoti di contenuto, delle parole senza più senso: sicurezza, sicurezza, sicurezza... Se sicurezza dev'essere, che lo sia per tutti e per davvero. Basta con questo bla-bla, cui la gente abbocca mentre viene mantenuta ad arte nell'ignoranza più totale: questa è la vera arma che il potere detiene. Finché il popolino si scanna per i rimasugli della grande torta che nel frattempo è stata fatta sparire dai pochissimi soliti noti e dai loro amici, a questi va bene così.
Che un povero cristo di senegale, venuto qui per provare a sfuggire ad una vita di miseria, venuto qui per mandare qualche soldo a casa per dar da mangiare ai suoi figli, venga mezzo ammazzato nel bel mezzo di un mercato, non è un problema per nessuno? Provate a sentire gli interventi telefonici di certe acidissime casalinghe padane, dai cinquanta in su, che per via di una pensione sempre più scarna si scagliano verbalmente con espressioni irripetibili verso rom e terzomondiali in diretta televisiva. Roba da non credere alle proprie orecchie. E il conduttore che non è capace di far cadere la telefonata e dire: "Signora bella, così non si parlerebbe neppure in un porcile". Già. Ma forse nella porcilaia ci siamo fino al collo.
Perchè è un teatrino che funziona, che deve funzionare a questa maniera. Di contro c'è una battaglia di civiltà che deve essere intrapresa e possibilmente vinta. Nessuno si senta esentato dal prendervi parte.

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