sabato 30 agosto 2008

Sua Santità il Mercato

Mentre in Italia il Presidente del Consiglio si affretta a inviare dalla sua tenuta in Sardegna tartufeschi messaggi di solidarietà a Romano Prodi circa le intercettazioni pubblicate dai giornali di Berlusconi (che, per evitarsi il cordoglio, avrebbe fatto prima a chiederne la non pubblicazione a Belpietro e compagnia bella); mentre il massimo problema del popolo che torna a gonfiare i centri commerciali della padania, ritemprato - si fa per dire - dalla mezza settimana a Vattelapesca, è che oggi inizia il campionato di calcio e la Rai non ha ancora ottenuto dalla Lega il diritto a trasmettere in chiaro le fantastiche imprese di Ronaldinho e soci, mi pare qualcosa che ci riporti con i piedi per terra l'ennesimo allarme lanciato dal comboniano Alex Zanotelli, questa volta dal blog di Grillo, sulla questione della privatizzazione dell'acqua. E' un grido che merita di essere raccolto, perchè, a giochi fatti, non si possa dire: Non lo sapevamo.
Forse noi non vedremo le conseguenze di questa corsa all'accaparramento dell'acqua, peggiori - secondo molti pareri - delle lotte senza quartiere per il petrolio. Riguarderà i bambini di oggi, riguarderà i loro figli. Per non essere citati in giudizio per letargia colposa dalle future generazioni, è necessario prendere coscienza del problema e chiedere da subito che almeno il diritto all'acqua e all'aria non venga toccato dagli interessi sfrenati di Sua Santità il Mercato, vero unico dio, uno e trino e quattrino.
Non è l'ora di "darsi una mossa"? Gruppi, associazioni, centri culturali, parrocchie? Soprattutto queste ultime al cui interno non si fa altro che inneggiare all'inviolabilità della vita: non è questa una buona occasione per provare almeno a dire una parola che si faccia udire?
***
"Caro Beppe,

nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè (Cosenza), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo Berlusconi sancisce la privatizzazione dell’acqua. Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del PD, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. (Una decisione che mi indigna, ma non mi sorprende, vista la risposta dell’on.Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!).

Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce.

Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici,con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’ acqua ……queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R.Lembo e R. Petrella, che il “Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività territoriali. I Comuni, in particolare, non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze comunali.“ Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra Costituzione!

Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina, (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua ha il 46,5 % di azioni) che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora, nel cuore dell’estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo del Comune e della provincia di Latina! L’obiettivo? Costringere chi contesta ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare. E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!

L’ estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione Campania. L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo, lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009. L’ Arin, la municipalizzata dell’acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili.Per far digerire la pillola, Cardillo promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli). Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria A (i ricchi ) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M.Florio dell’Università degli studi di Milano.

Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006 aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e Milano) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari.A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ), 67 mila persone hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori, (una SPA di cui il 46% delle azioni è di proprietà dell’Acea di Roma).Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento).

“Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie che mi giungono un po’ dappertutto.Mi chiedo amareggiato:” Ma dov’è finita quella grossa spinta contro la privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua?

Ma cosa succede in questo nostro paese? Perchè siamo così immobili? Perchè ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri territori? Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare sull’acqua? Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua?

Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’utente,senza essere SPA. “L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne “illecito”profitto - ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G. Marra.Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile.”

Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana? Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per le nostre classi deboli, ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo milioni di morti per sete!).

E’ quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI:” Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana.

Da questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico.” Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa dell’acqua? L’acqua è vita. “L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore - ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro – ma perché è sacra ogni persona, ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’acqua trae esistenza, energia e vita.”Sull’acqua ci giochiamo tutto!Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale, dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti. Diamoci da fare perché vinca la vita!".


padre Alex Zanotelli





1 commento:

Anonimo ha detto...

Leggendo questo articolo mi è venuto un certo senso d'impotenza. Tutti i perchè che Zanutelli solleva sono insieme condivisibili e inspiegabili in un paese normale.Il problema italiano è legato alla mancanza di contrappesi. L'informazione è controllata dalla politica che controlla la magistratura e in gran parte il mondo economico-finanziario. Non credo che questa situazione sia colpa del mercato. Il mercato va regolamentato.Ma se chi dovrebbe mettere delle regole è anche amministratore delegato di una certa azienda, che tipo di regole potrà fare?Basterebbe fare una legge, due righe: L'acqua è un bene comune, lo gestisce il comune.(Controllo sul territorio).Ma l'acqua è solo un aspetto. L'aria è di tutti, allora perchè io che non uso l'auto devo respirare i gas della tua.Facciamo che quello che la tua auto brucia, con un tubo ritorna nella tua auto.E' una provocazione ovviamente, ma anche qui, basterebbero due righe: Io stato concessionario della vendita di idrocarburi obbligo le multinazionali del petrolio ad installare per ogni pompa di gasolio o benzina un distributore di metano,gpl, biodiesel. Sarebbe un primo passo.E cosi' di pari passo per l'energia,e per il resto.Questo vuol dire regolamentare il mercato: mettere delle regole che portino gli imprenditori a lavorare per il loro profitto ma indirettamente verso l'interesse di tutti.Il nostro è un paese in declino nel quale chi ha il potere non molla, nessuno riesce a rinnovare niente per paura di un futuro che li vedrebbe esclusi dalla "torta".Per paradosso è la mancanza di LIBERA concorrenza che ci rende immobili. Allora rimaniamo fermi.E anche in questo la Chiesa ha delle responsabilità. Visto che si sta estinguendo, cerca in tutti i modi, moralmente leciti o meno,di sopravivere.Niente di nuovo, lo ha sempre fatto.
L'acceso alla vita e alla morte è l'ultimo muro di difesa che gli è rimasto. Caduto questo muro la chiesa non avrebbe senso di esistere. Allora minaccia (a un dittatore come pinochet vengono tributati i funerali di stato, A Welby gli vengono negati) ,mentre la commistione tra clero e politica fa il resto. Di ieri la notizia che nella cattolica regione Lombardia, nessuna struttura sanitaria ha dato la disponibilità di accogliere la povera Luana Englaro.Il Papa si è espresso contro le speculazioni. Ovvietà! Prima avrebbe dovuto chiedere ai suoi collaboratori come il vaticano investe i suoi risparmi, oppure chiedersi come la cattolica Intesa S. Paolo nel trimetre appena chiuso ha portato un'enormità di entrate rispetto al trimestre precedente, sotto la voce trading.Ciao a tutti.