sabato 31 marzo 2007

Incipit d'autore

Smisurata preghiera


Alta sui naufragi dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole celebrative del nulla
lungo un facile vento di sazietà, di impunità.
Sullo scandalo metallico di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta, la maggioranza sta.
Recitando un rosario di ambizioni meschine
di millenarie paure, di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla l'orribile varietà delle proprie superbie
la maggioranza sta come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine.


Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore,
di umanità, di verità.
Per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici
e di figli con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità.
Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco:
non dimenticare il loro volto che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere.


Fabrizio De André

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